LA GRANDE AVVENTURA DI PAM IL PARTIGIANO

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«PAM il Partigiano» è un fumetto molto raro, poco conosciuto anche dagli “addetti ai lavori”; è  una serie resistenziale cult, un “fumetto verità d’autore” che niente ha da invidiare a quelli realizzati successivamente da fumettisti “stellati” quali Crepax, Staino, Uggeri, Pratt, etc.., ma a differenza di questi ultimi è stato pubblicato nel 1946.[Tamagnini L. 1995; Gaspa P., Niccolai L. 2009; Niccolai L. e N. 2016 ]

 

Camus è un artista all’avanguardia, un anticipatore delle tecniche e dei linguaggi del fumetto; la sua opera è caratterizzata da importanti elementi e tematiche che verranno alla ribalta,  soltanto per un nucleo ristretto di addetti ai lavori, a partire dagli anni ’60 del secolo scorso e dai primi anni del 2000.

 

«PAM il Partigiano»  può essere visto come una sorta di graphic novel ante litteram; si tratta infatti di narrazioni di grande spessore trattate in forma di romanzo realizzato a fumetti: letteratura disegnata  che riflette la realtà.

Dovremo attendere gli anni Sessanta per trovare i primi graphic novel italiani. Con "La rivolta dei racchi" di Guido Buzzelli e successivamente con  l’opera di Hugo Pratt, le tematiche dei fumetti sono diventate più complesse ed i personaggi hanno acquistato profondità psicologica. Questa evoluzione del fumetto  ha coinvolto grandi personaggi della cultura italiana quali ad esempio Umberto Eco.

 

 In PAM si ritrova l’anima neo-realista di Camus, vi si scopre la  sua vera essenza di “storico a fumetti”, che parte dalla storia per giungere al fumetto, con la speranza che i lettori, partendo dal fumetto risalgano alla storia ed alla verità, in un percorso di conoscenza e consapevolezza.  

 

Anche in questo caso Camus si dimostra un artista largamente in anticipo sui tempi: soltanto nei primi anni del XXI secolo si farà finalmente strada negli esperti la consapevolezza che i fumetti possono “narrare” la storia.

Infatti soltanto nel 2001, all’interno del convegno “Comunicare storia” organizzato dalla Provincia di Arezzo, con l'intervento del grande Sergio Staino e di un giornalista e scrittore conosciuto ed apprezzato come Giampaolo Pansa, si è iniziato a parlare apertamente del fumetto come mezzo per raccontare la storia e mantenere viva la memoria del nostro passato.

[Staino S. 2001]

 

L'argomento è stato approfondito  durante i  successivi convegni "Il fumetto: fonte e interprete della storia" del 2014 e "La storia a fumetti. Il “Pioniere”, il giornale illustrato per ragazzi" del 2017. [Spagnolli N., Gallo C. e Bonomi G.2014], [Storia a fumetti, Pioniere 2017]

Negli ultimi anni la grande epopea della Resistenza è stata ampiamente trattata in letteratura; è stata oggetto di quadri, di musica e di capolavori cinematografici. Il fumetto ha inventato linguaggi nuovi appropriandosi dell’ arte, invadendo il campo del romanzo, della fotografia, del cinema.

 

Camus è un antesignano di questa evoluzione. Del tutto naturalmente nel 1946 ha disegnato la sua serie miscelando sapientemente arte, storia, cinema e letteratura,  realizzando fumetti di altissima qualità.

 

In PAM, di Camus si ammira la capacità di cogliere l’atmosfera di suspense e gli umori del tempo, la personalità dei personaggi, il senso del movimento reale e fluido, il  taglio particolare delle vignette che ne fanno un piccolo capolavoro grafico e letterario. Ogni vignetta è  un affresco di storia resistenziale. Le scene in notturno sono mirabili citazioni dell’arte “più impegnata” in un elegante e coinvolgente uso del bianco e nero. [Niccolai L. e N. 2016]

 

La serie, inizialmente prevista in sei o più numeri, si è interrotta con il numero cinque a causa della prematura morte dell’Autore; del sesto numero rimangono soltanto tre tavole disegnate, di un interesse estremo,  che fanno parte della Collezione Camusso.

 

Le copertine, a colori, sono belle e coinvolgenti, caratterizzate in alto a sinistra dall’immagine di Giuseppe Garibaldi ed hanno un sottotitolo; «La storia d’Italia scritta col sangue dei suoi figli» e a sinistra in verticale si legge: «AUDACIE EROISMI  Pagine di ardimento scritte dai giovani che nelle città e sui monti si batterono per la libertà d’Italia».

Fig,  1-5  Copertine fumetto PAM il partigiano - Collezione Luciano Niccolai

 

Le pagine interne sono stampate in bianco e nero su carta sottile. Le vignette hanno taglio ed impaginazione classica, ma attente inquadrature sottolineano il movimento delle azioni che risultano tanto reali da essere paragonate, in campo cinematografico, a sequenze neorealiste.

 

Le azioni in  notturna si avvalgono di efficaci  chiaroscuri. Il contrasto tra luci ed ombre è  ottenuto in modi diversi a seconda dell’ora e dell’atmosfera; prevale una sorta di “tenebrismo” a profonde macchie nere e personaggi in chiaro che “bucano” le vignette ottenendo una intensificazione drammatica dell’azione

 

Gli sfondi sono trattati con dovizia di particolari ed un sapiente gioco di prospettiva li rende quasi tridimensionali. Riteniamo che l’esperienza maturata da Camus durante la sua collaborazione a “La rosa di Bagdad” non sia del tutto estranea alla realizzazione di questi effetti.

Fig. 6  Scena notturna da "Smacco alla S. Marco" in «PAM il partigiano» numero 2

Collezione Luciano Niccolai

Fig. 7  Scena notturna da "Gappisti all'attacco" in "PAM il Partigiano" numero 4
Collezione Luciano Niccolai

 

L’intento storico-didascalico di PAM è corroborato dal fatto che ogni episodio è corredato da un bollettino che descrive l’azione partigiana e i risultati conseguiti. Nella quarta di copertina del numero 5 di PAM lo stesso Camus illustra in modo inequivocabile il proprio modus operandi e le proprie fonti.

 

“Ai nostri lettori”

Chiunque volesse mettere in dubbio la veridicità delle azioni svolte dai partigiani e scritte, senza romanzatura per i nostri ragazzi, noti che ogni azione porta insieme al titolo il riferimento al bollettino del “CORPO VOLONTARI DELLA LIBERTA” del periodo clandestino, con dati precisi di persone e luoghi e tutte le condizioni in cui si è svolta l’operazione. Con tutti questi dati a disposizione ognuno può a piacer suo controllare quanto narrato.

 

 

Accurate ricerche hanno poi portato alla identificazione di alcuni  personaggi del fumetto: [Niccolai L. e N. 2016]

 

PAM, iI  personaggio che ha dato il nome alla serie, è l’archetipo del valoroso capo partigiano ed in linea generale  potrebbe essere stato suggerito a Camus dal vicecomandante Giacomo Dell’Orco, noto con il nome di battaglia PAM, della 116° Brigata Garibaldi SAP “Luigi Campegi” che nel gennaio del 1944 agiva alla Caproni. Giacomo Dell’Orco fu deportato da Milano verso il campo di transito di Bolzano  il 20.09.1944. Riuscì ad evadere dal treno che lo portava a Mauthausen insieme al compagno di fuga  Bruno Zanotta, il 14.12.1944.

 

Scendendo nei dettagli, il numero 1 intitolato  “La squadra di punta”  racconta un’operazione condotta dalla 116° Brigata “L. Campegi” (Brigata S.A.P.) con a capo PAM, comandante della squadra ed  la cronologia dell’insurrezione a Milano riporta che il giorno 27 aprile 1945 ad un’ora imprecisata della mattina presso lo scalo ferroviario dell'Ortica, il capitano Kragora, comandante il presidio tedesco, si arrese a PAM, vicecomandante la 116° brigata Garibaldi Sap. Invece nel numero 4 “Gappisti all’opera”, PAM è quasi certamente il Comandante Visone, ossia Giovanni Pesce, gappista e medaglia d’oro al valor militare.

 

PAM è spesso affiancato da Poldo, che indossa le mostrine di Vice Comandante di Brigata. Su un cartellino posto al di sopra di esse si legge: “Cornaggia” che evidentemente si riferisce alla sua Brigata di appartenenza. Poldo è quasi certamente il nome di battaglia di Leopoldo Cavenago, nato a Milano il 3 febbraio 1896, di professione vigile del fuoco, arruolato nella Resistenza dal 23 giugno 1944, inserito nel distaccamento Pienovi della brigata “Cornaggia”, divisione Aliotta.

 

Nel fascicolo numero 2 intitolato “Scacco alla S. Marco” Poldo è uno dei garibaldini che assaltano la Caserma S. Marco di Voghera. La presenza di un combattente di nome Poldo è confermata da Italo Pietra (nome di battaglia Edoardo) nel suo “Oltrepò vita santa” «[…] tre ragazzi e il vecchio Poldo, pompiere di Milano, erano entrati in caserma…» e  «[…] fra gente di strada e i tre di Poldo in attesa[…]».[Pietra I. ( Edoardo). dicembre 1945]  

 

Poldo comandava il gruppo di 3 partigiani che entrarono per primi nella Caserma S. Marco di Voghera il 20/21 ottobre 1944. [Pietra 1945a].Lo ricorda anche Roberto Moroni in “Colpo di mano in caserma” «[…]ormai il momento della partenza è giunto: Drak, Poldo, Oreste, Mario, Baffo e Falco, gli uomini scelti dal comandante Piero[…]» [Moroni Caserma S. Marco, Brigata Crespi]

 

 L’accuratezza riservata da Camus alla verità storica si evidenzia nell’azione descritta nel n. 5 “Firenze Liberata”, quando l’Autore “cita” integralmente un episodio riportato dal partigiano “Sugo” in una intervista relativa alla Brigata Sinigaglia [Fontesanta  Brigata Sinigaglia Intervista  partigiano Sugo 2012].

 

 […]Nel frattempo arrivò anche il Triglia insieme ad un altro che avevano incontrato gli Inglesi a San Polo. Siccome pensavano non ci si credesse si fecero dare un pacchetto di sigarette; quando arrivarono andarono a dirlo a Gracco che gli disse di stare zitti e non dire nulla a nessuno; allora ci radunò tutti e ci disse: "siamo circondati e non c'è verso di salvarsi..è un rastrellamento e qui non c'è spazio. Se qualcuno vuole andare via da solo ce la può fare a passare nelle maglie nemiche chi non se la sente alzi una mano e può andare"; non alzò la mano nessuno! A questo punto ci disse "no ragazzi siamo in contatto con gli Inglesi" e ci fece vedere il pacchetto di sigarette. Noi si voleva ammazzare, non so se rendo l'idea e il pensiero di scendere a Firenze per la Liberazione ci fece superare un po' anche la morte del Balena. [….]

Fig. 8  da "Firenze Liberata"  PAM il Partigiano n. 5

 

Camus non riuscì a terminare il proprio lavoro. Del numero 6 di PAM ci rimangono soltanto quattro tavole incomplete, mirabilmente disegnate dal suo Autore e non possiamo impedirci di pensare che, forse se Nino Camus non fosse morto così giovane e avesse potuto proseguire la grande avventura iniziata con PAM,  la storia del fumetto resistenziale italiano avrebbe potuto essere diversa.

 

Fig.  9-12   Quattro tavole dell'inedito n. 6 di PAM il Partigiano - Collezione Camusso

 

 

Forse se non ci fossero stati interventi politici assurdamente "miopi" contrari all'utilizzo del fumetto per tramandare il ricordo di quel periodo, avremmo avuto un fumetto resistenziale come quello francese, che non ha mai dimenticato il grande messaggio della Resistenza.

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